L'io collettivo è guidato ad autodeterminarsi e ad esprimer sé molto più da gli istinti o libidini vitali, cioè in definitiva da Eros, che non da ragione o da ragionata conoscenza. Questo non ovunque, non sempre, ma di certo ove la gora del divenire si ristagna: e dove s'impaluda nelle sue giacenze morte la storia e la “evoluzione” del costume. [...]
In cotesti lachi di storia grossa, ivi Eros ammolla, e più facilmente infracida e bestialmente gavazza. E bada: non significo nel nome di Eros una pratica e spicciola e dirò comune dissolutezza e del dire e del fare [...] Vo intendere tutt'al contrario la sicinnide, e l'orgia bacchica di tutti i sussulti affettivi non mediati: quando il modo ne venga recato a canone, a paradigma e a sistema di vita. (Presunzione di dementi e di malfrullate: asini che si credano Mosè: facili affetti, facili parole, bona intenzione che non la costa nulla, subita avidità degli onori e de'guadagni cavandoli dal sangue fraterno; spedienti criminali da indorar la vulva alla ganza o da magnificare per marmora i'pproprio cesso: fede [finta] ne' vangeli contraddittori l'uno dell'altro: libidini travestite di patria[...]).
ANALISI DELLA FOLLIA NARCISSICA
Il folle narcissico (o la folle) è incapace di analisi psicologica, non arriva mai a conoscere gli altri: né i suoi, né i nemici, né gli alleati. Perchè? Perchè la pietra del paragone critico, in lui (o in lei) è esclusivamente una smodata autolubido. Tutto viene relato alla erezione perpetua e alla prurigine erubescente dell'Io-minchia, invaghito, affocato, affogato di sé medesimo. Codesta auto-foja gli (o le) inibisce di instituire un giudizio di merito quale si voglia [...] gli adulatori sono tenuti per geni: e per commilitoni pronti a morire col padrone, anzi prima di lui facendo scudo del loro petto ecc. ecc.[...]
Intolleranza delle persone di spirito e de'giornali umoristici e in genere di tutte le correnti critiche del pensiero e delle lettere: e delle relative espressioni. Proibite le scritture divertenti, represso il teatro allegro (mordente, piccante, felicimente irridente, porconante, frizzante) con la scusa della morale, e talvolta della religione. [...]
2) seconda caratterizzazione aberrante, e analoga alla prima, anzi figliata da lei, è la loro incapacità alla costruzione etica e giuridica: poiché tutto l'ethos si ha da ridurre alla salvaguardia della loro persona, che è persona scenica e non persona gnostica ed etica, e alla titillazione dei loro caporelli, in italiano capezzoli: e all'augmento delle loro prerogative, per quanto arbitrarie o dispotiche, o tutt'e due.
Il loro “costume” è una torre o colonna o piramide salomonica che ha da sostentare il mostruoso colosso di porfido della loro imagine integrale, che da loro è sentita come iperfallo integrale: di porfido.
Lo jus per loro è il turibolo: religio è l'adorazione della loro persona scenica; atto lecito è unicamente l'idolatria patita ed esercitata nei loro confronti; crimine è la mancata idolatria. [...]
6) La menzogna narcissica è la nota dominante del pensiero, della parola e dell'atto. In genere la proposizione del narcisista ha sempre un carattere inesorabilmente asseverativo, è controdistinta da una violenza e direi da una lucidità di saproe spiccatamente pragmatico: essa non conosce la perplessità cogitante e la disgiunzione dialettica [...] Consiste nel negare una serie di fatti reali che non tornano graditi a messer “Io” Tacchino e nel dare come esistenti in cassa una serie di imagini e fantasie delle quali morbosamente si compiace come di diplomi legalmente dovutigli.
[...] Soccorrendoli una totale mancanza di imaginativa e di coltura e di perspicacia, essi vedono nella moralità ufficiale e verbale dell'ora, dell'ora di salive della loro epoca e del loro luogo, del clima storico e topico in cui vivono stipati nel pozzo cemeteriale come acciughe in barile, vedono non tanto una legge da dibattere, da sancire, da osservare, da praticare e una gute Wille da partecipare; ma piuttosto un mezzo da magnificar sé medesimi, una nuova penna da infilarsi nel loro sedere di Tacchini, la penna illustre e universalmente lodata della moralità, della “eticità”. [...]
13) Il contenuto del pragma narcissico, l'ho già detto per incidente, è una protensione scenica, una protuberazione teatrata: è cioè limitato a quel groppo di portamenti e di gesti che ponno attuare la relazione (ottica, acustica)con la desiderata platea, che soli posssono procurarti l'applauso. [...] Sul palco, sul podio, la maschera dello ultraistrione e del mimo, la falsa drammaticità de'ragli in scena, i tacchi tripli da far eccellere la su'naneria: e nient'altro.
14) Ne consegue la esibizione fisica; dico la esibizione del corpo, del proprio e tronfio, e di quello delle “giovani generazioni”, la cui moltiplicata bellezza è veduta ed esibita come propria. [...]
18) Il folle narcissico e'desidera e brama le carte stampate, per quanto coartate e vane, i giornali magnificanti le su'glorie, e de'sua. La cosiddetta “civiltà contmporanea”, in realtà sudicia e inane verbosità, ha reso inetti i cervelli di miliardi di uomini a esercitare la benchè minima funzione critica nei confronti della carta stampata [...] Quello magari mente a tutto ispiano, con lingua e fronte di consumato magnificatore. Ma: “Io sono i'tu'giornale e tu non avrai altro giornale avanti di me”.
C.E.Gadda, Eros e Priapo (1945)
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