mercoledì 20 luglio 2011

Ma sono in piedi

In un recente viaggio in Sardegna ho letto un librino della collana Contromano (che amo molto): Nuraghe Beach, di Flavio Soriga.

Mi è piaciuto e ne ho tratto spunti e appunti.

Uno dei brani che ho sottolineato è una poesia del poeta cagliaritano Aquilino Cannas. Sono andata su youtube ad ascoltarmela in lingua, ma è un'esperienza più o meno paragonabile alla lettura in lingua d'oc delle poesie provenzali.
Peccato, perché riportarla in lingua originale sarebbe stato filologicamente corretto e deliziosamente pretenzioso.

Vi propongo la traduzione che ha scelto Soriga nel suo brano.

DISTERRU IN TERRA

Quando sarò morto non mi vestiate
cingetemi di un lenzuolo di lino, liso
che prosciughi ogni mia angoscia
svuotando ogni bugia che mi sono detto
nel tormento dell'anima e del cervello.
E così terso di ogni dolore, tornerò al candore dell'adolescenza.

(...)

Seppellitemi sul fare dell'alba!
Seppellitemi in piedi,
dentro una grotta
nel bianco ventre dei monti miei luciferini
così che nessuno mi possa trovare, mai!
Se non Dio: se vuole.

Così trascorre la mia vita inquieta.
Sono caduto senz'ali
ma sono in piedi.


Aquilino Cannas

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